venerdì 27 marzo 2015

Il lato B / Work-life-balance: siamo al 13esimo posto nel mondo secondo l’Ocse

Work-life-balance: forse non siamo messi così male. Lo scopriamo leggendo il post pubblicato da blog del World economic forum che riprende un rapporto rilasciato a cadenza biennale dall’ Ocse. Il report ci colloca al 13simo posto nel mondo in una classifica di 34 Paesi che valuta,  come parametri di un buon rapporto tra tempo lavorato (retribuito e di cura)  e tempo per sé, il numero di ore passate al lavoro e quelle dedicate alla cura personale (compresi sonno e pasti) e ad hobby e interessi, ragionando sulla percentuale di occupati full time che gode di un buon equilibrio tra l’una e l’altra fetta di vita.



A guidare l’elenco dei Paesi virtuosi é la Danimarca, dove chi lavora
può ritagliarsi ogni giorno dalle 5 alle 6 ore veramente libere da impegni professional- burocratico-casalinghi. Seguono Spagna, Belgio, Olanda, Norvegia, Svezia e Germania. In fondo all’elenco c’è la Turchia, dove spesso si superano quelle 50 ore settimanali che l’Ocse considera il tetto tra il giusto e il troppo.  L’Italia si piazza 11esima per orario “virtuoso”(ovvero meno ore lavorate, e qui in testa c’è la Russia: gli italiani lavorano 1752 ore l’anno, la media Ocse é 1765) e nona per il tempo disponibile extra-ufficio e impegni familiari, dove siamo appena sopra la media dei Paesi considerati, che è di 15 ore.
C’è anche una lettura di genere dei dati, che vede le donne generalmente svantaggiate: la media del tempo speso quotidianamente nelle incombenze familiari e di cura dagli uomini che lavorano è di 141 minuti, mentre le donne ne impiegano ben 273, quasi il doppio. Un dato interessante e ahimè noto si ritrova leggendo l’analisi dettagliata che riguarda l’Italia, dove le donne risultano sì meno professionalmente assorbite degli uomini (il 4% dei quali lavora oltre 5o ore, contro il 2% delle donne) , ma hanno anche, in media, meno tempo libero: 14 ore senza lavoro contro le 15 dei colleghi maschi. 

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