lunedì 13 luglio 2015

IL LAVORO E' ARTE - Temporary & Kusterle per l'iniziativa " CERCHIAMO PROFILI INTERESSANTI"



«Il conformismo è il peggior nemico della creatività. Chiunque sia incapace di prendersi dei rischi non può essere creativo» Oliviero Toscani.

Il nostro concetto di pubblicità può essere visto come uno spartiacque tra un modello commerciale di fotografia pubblicitaria tradizionale e quello moderno, in cui non è più l’oggetto commissionato a colpire l’attenzione dell’osservatore, ma il soggetto che riflette il pensiero dell’autore. Kusterle, infatti, realizza immagini che, al
di là di precisi obbiettivi di mercato, sembrano estratte dal grande teatro della vita e, più in particolare dal  mondo onirico, che volenti o nolenti interagisce con la vita cosciente e razionale.
Kusterle  perfeziona e usa deliberatamente un linguaggio scioccante e sconvolgente, spesso crudo e spietato, che potrebbe riportarci ai metodi pubblicitari di shock-vertising e in particolare della Yobbo advertising, cioè quella forma di pubblicità che mira a impressionare con ogni mezzo possibile il pubblico nella speranza di catturarne l’attenzione.
È quel tipo di réclame che cerca di provocare, allarmare, offendere di proposito la propria audience attraverso vari espedienti che vanno dalle immagini disgustose, alle oscenità, alle volgarità, alla violazione di tabù religiosi o di convenzioni sociali, alle offese alla morale.
Una pubblicità efficace in questo senso dovrebbe essere quella in grado violare una data norma, sociale o personale, e cogliere quindi di sorpresa uno spettatore, riuscendo di fatto a focalizzare su di sé l’attenzione. Una volta catturata l’attenzione si innescherebbe il processamento dell’informazione perché un individuo sarebbe portato a cercare di comprendere il motivo di tale sorpresa. 




Le immagini ritratte da Kusterle, attraverso la tecnica della staged photography mettono in scena una nuova interpretazione della “differenza”. Il termine, infatti, acquista qui un significato polemico e oppositivo di grande impatto. Gli scatti mostrano “diversi” tipi di corpi, profili, essenze primitive.
Tutte queste differenze si fondano su proibizioni, su un’impossibilità di coesistenza, su una differenza che separa invece che unire. Kusterle e Temporary quindi, prendendo atto di queste diversità e divieti, vogliono far sì che il Brand Temporary assuma un tono più impegnato, che non si limiti a fornire una semplice rappresentazione “oggettiva” del mondo, ma si impegni ad assicurare la coabitazione di identità opposte, per abbattere le barriere e assicurare il dialogo tra le persone, anche attraverso il lavoro. Temporary in pratica mette in piedi l’ambizioso progetto d’integrare gli opposti, appianare le differenze e combattere le diversità sotto un’unica bandiera, quella del “LAVORO”.



Kusterle e Temporary, con questa pubblicità hanno voluto colpire con forza il castello di pregiudizi, d’ipocrisia, di perbenismo, malafede ideologica, convenzioni comportamentali e visuali dentro al quale è saldamente barricata gran parte dell’opinione pubblica sia italiana, sia mondiale. Questa pubblicità si può amare o odiare, ma è indubbio che sia capace di produrre discussione su un tema talvolta scottante e difficile come il “Lavoro”. Questa è la sua forza, unita a un grande talento tutto da vedere e ammirare.


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